La scuola è iniziata ormai da più di una settimana e molte volte la famosa domanda ” Com’è andata oggi a scuola ? ” sarà stata posta una volta rientrati i propri figli a casa .
Una domanda di rito la cui risposta molte volte è : ” Niente, tutto bene “.
Perfetto, i genitori hanno fatto il proprio dovere, cercare di informarsi, e i figli il loro, rassicurare e chiudere il discorso il prima possibile.
Ma questo scambio di battute, questa rapida interazione genitore – figlio, siamo sicuri sia efficace?
Continuando ad accettare tale risposta si crea un’associazione, una risposta passpartout ” Niente, tutto bene ” attraverso la quale uscire da una situazione nella quale viene richiesto di rivivere determinate esperienze trascorse nell’arco della giornata, che siano esse positive o, in maniera ancor più complicata, negative.
Proprio nel caso di quest’ultime esperienze i genitori a volte si augurano che i propri figli se ne dimentichino il prima possibile, magari attraverso la modalità più semplice, il non parlarne, l’evitare di affrontare l’argomento sperando che il tempo possa guarire tutti i mali.
I bambini, in realtà, hanno bisogno che i genitori insegnino loro dei metodi adeguati per codificare le esperienze vissute e tramutare, anche quelle negative, in punti di forza. Infatti quando non si dà al bambino la possibilità di esprimere i propri sentimenti e di ricordare l’accaduto dopo un evento che l’ha sopraffatto, i ricordi restano in una forma non verbale, implicita, non per questo non presente, impedendo al bambino di dare un senso all’esperienza.
Ecco perché porre dei quesiti su come si è svolta la giornata a scuola può essere un’ottima occasione per allenare nostri figli, e anche noi, ad entrare in contatto con i ricordi, con le emozioni e sviluppare la capacità di lettura di ciò che ci accade, integrando i ricordi impliciti ed espliciti.
Provate, anziché domandare ” Com’è andata oggi a scuola ? “ ad utilizzare quesiti più specifici, cercando di riportare il ricordo e l’attenzione su particolari della giornata, ” C’era qualche assente oggi in classe? ” “Con chi sei seduto in banco ? “
Il raccontare esperienze semplici favorisce lo sviluppo della memoria e aiuta il bambino a interagire con i ricordi più complessi che arriveranno con il tempo.
Cercate di essere creativi con le domande, prima iniziate più risultati potrete ottenere:
da più piccoli potreste chiedergli di raccontarvi che cosa gli sarebbe piaciuto fare che non hanno fatto e una cosa che, invece, gli è piaciuta della giornata.
Fargli dare un voto alla giornata, magari narrando al bambino la metafora degli eschimesi;
con una moneta fare testa/croce raccontando una cosa positiva e una negativa a testa, create delle strategie prendendo punto dagli interessi di vostro/a figlio/a.
Attività e domande come questa aiutano i bambini non solo a ricordare ma anche a riflettere sulle emozioni, sulle azioni, ad immaginare il punto di vista di qualche compagno e ad aiutarli a sviluppare nel complesso una capacità di comprendere meglio cosa accade loro nel presente.
Tratto da : Sigel; 12 Strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino. Raffaello Cortina Editore