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#nofilterneeded #nofilters, questi famosi hashtag si riferiscono all’assenza di filtri per ritoccare i colori di un selfie o di una foto. I filtri vengono utilizzati per rendere le foto più belle, aumentarne la luminosità, aggiungere colore, creare effetti speciali, da un’immagine della realtà si viene a creare qualcosa di più “bello” secondo il nostro punto di vista e il nostro gusto. Ma qual è la relazione tra filtri degli Smartphone con quello che osserviamo della nostra vita, del mondo e delle nostre relazioni? Quello che noi osserviamo è ciò che noi percepiamo con i nostri sensi? Molte volte, molti di noi, osservano il mondo che ci circonda presente, passato e futuro attraverso degli speciali filtri, tali filtri in questo caso non sono né dipendenti dalla nostra volontà né hanno la funzione di rendere il tutto più bello, questi filtri sono i nostri baias cognitivi. Questi filtri cognitivi sono modalità di ragionamento che non seguono la logica, quotidiani per tutti noi, sono modifiche attuate dalla nostra mente, leggi La mente Salvavita. A volte tali distorsioni cognitive possono essere utili in quanto ci consentono di risparmiare del tempo per elaborare le informazioni che il mondo ci sottopone, molte volte però ci fanno stare peggio, portandoci ad interpretazioni disfunzionali degli eventi. Quanti, magari non vedendo un amico da tempo perché ci siamo dimenticati di scrivergli o abbiamo rimandato un incontro alcune volte, pensiamo che si possa essere offeso ? Magari, incrociandolo in macchina lo salutiamo alla svelta ma non veniamo ricambiati, o chiamandolo al telefono non ci risponde, in quanti in questi casi penseremmo:  “Avevo proprio ragione, ce l’ha con me… Ma io in fin dei conti non gli ho fatto proprio niente, avrebbe potuto chiamarmi lui per primo… Non lo saluterò più nemmeno io”.  Ecco in questo esempio abbiamo visto uno dei filtri più comuni che utilizziamo nella nostra vita, il filtro della Lettura del pensiero. Ma possiamo essere davvero sicuri che il nostro amico non c’abbia salutato proprio per questa ragione? Non potrebbe essere che il nostro amico potesse essere distratto o impegnato come lo siamo stati noi per tanto tempo? Se consideriamo veritiera la lettura di quanto successo tramite il nostro filtro potremmo smettere di salutare il nostro amico che sì, questa volta, si sentirà ignorato, andando così, tramite un nostro comportamento, ad avverare il nostro timore, che l’amico ce l’ avesse con noi. L’utilizzo di questi filtri comporta come controindicazione quindi anche far si che le nostre preoccupazioni possano avverarsi, proprio come delle profezie che si auto avverano. Un altro filtro molto usato è quello relativo al Ragionamento emozionale, in quanti crediamo che qualcosa debba essere vero perché lo percepiamo e lo sentiamo come tale? Non vi è mai successo che abbiate provato ansia per qualcosa e, provando e sentendo tale emozione vi siate convinti che ci fosse effettivamente un pericolo, che ci fosse bisogno di preoccuparsi e di stare allerta? Ecco, spesso è vero proprio il contrario, siccome penso di dovermi preoccupare di una certa cosa allora provo ansia, si viene a creare così un circolo vizioso al quale abbiamo dato noi il via con il nostro filtro. Proviamo, quando la nostra mente ci fa applicare dei filtri, a notare quale baias cognitivo stiamo mettendo in atto, vedremo così che molte delle cose che osserviamo e che ci fanno soffrire sono, in gran parte, frutto delle nostre elaborazioni, quindi proviamo ad applicare anche alla vita #nofilterneeded, magari partendo dall’esercizio esperienziale Gli occhiali disfunzionali.

 

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