Unire la Logica alle Emozioni
Nei momenti in cui vostro figlio è completamente fuso con le proprie Emozioni, aiutatelo nel raccontare che cos'è che lo fa star male, lo rende triste o lo irrita. Grazie a tale strategia egli userà l’emisfero dedito alla Logica per comprendere in maniera più funzionale la sua esperienza, rendendosi conto di ciò che prova, riuscendo così a riconoscerla.
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Create contesti, giochi e attività per dimostrare al bambino che siete in grado di riconoscere le emozioni che prova, dando loro un nome: " Sembri proprio arrabbiata, volevi mangiare sul divano, vero?" Poi raccontate l’accaduto, narratelo come una storia, enfatizzandone le diverse parti, teatralizzando il più possibile attraverso i gesti e il linguaggio non verbale, qualsiasi emozione voi stiate narrando cercate di renderla piacevole e, in parte, comica. Grazie agli smartphone scattate foto o video per poi poterli utilizzare come resoconto di quanto accaduto, magari costruendo con le foto un libriccino o guardando le riprese video rispettivamente con la mamma o il babbo raccontando e narrano quanto accaduto.L'utilizzo delle fotografie, magari sistemate in un album, possono essere uno strumento utile anche per preparare il bambino ai momenti di passaggio e cambiamento che possono avvenire come ingresso al nido e l'arrivo di un fratello.
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Di qualsiasi evento si tratti, potete, dopo esservi sintonizzati sull'emozione provata, iniziare il racconto quasi subito. A questa età, dovrete prendere voi l'iniziativa: Sai cosa ho visto? Ti ho visto correre e quando il piede è finito su quella macchia scivolosa, sei caduto. È così che è successo? Se è il bambino a continuare con il racconto, benissimo, altrimenti, potete essere voi a proseguire: Cosi poi ti sei messo a piangere e io sono corsa da te... Può essere utile realizzare un album con disegni e foto per raccontare un'esperienza difficile, oppure per preparare il bambino a una transizione, come un nuovo rituale del sonno o l'ingresso alla scuola materna.
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Appena possibile, quanto prima avviene più efficace risulta l'intervento, cercate di dialogare con vostro figlio. Dopo aver verbalizzato il suo stato emotivo ed essere entrati in sintonia ponete molte domande: Non ti sei proprio accorto che l'altalena ti stava venendo addosso? oppure: Cosa ha fatto la maestra quando la tua compagna ti ha detto quella frase? Cosa è successo dopo? Può essere utile realizzare dapprima una linea del tempo, segnando le varie fasi di quanto accaduto come fosse un evento storico. Anche creare un libricino o un album con disegni e fotografie per raccontare l' esperienza difficile risulta molto funzionale.
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Per prima cosa, dimostrategli di capire come si sente: questo aspetto non è meno importante per un bambino grande di quanto lo sia per uno piccolo. Semplicemente, descrivete in modo esplicito quello che vedete: "Non ce l'ho con te perché ti sei arrabbiato anch'io lo sarei." Poi aiutatelo nel raccontare l'accaduto. Ponete domande e siate presenti, ma lasciate che sia a lui raccontare la propria versione, con i suoi tempi. Ricordate, però che, sebbene sia importante che i bambini parlino di ciò che è accaduto loro, soprattutto se si tratta di esperienze dolorose, non possiamo obbligarli a farlo. Possiamo soltanto essere pazienti e presenti, e dare loro la possibilità di parlare quando se la sentono. Se vostro figlio non vuole parlarne con voi, suggeritegli di raccontare l'accaduto nel suo diario oppure aiutatelo a trovare qualcuno con cui parlerebbe più volentieri.
Questi 12 passi sono tratti dal libro di Daniel J. Siegel e Tina Payne Bryson, offrono la possibilità di sfruttare i momenti della vita quotidiana per poter incidere in maniera efficace sullo sviluppo mentale e emotivo del proprio figlio o della propria figlia.
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